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Resilienza: perché è importante?


" La vita ci spezza tutti quanti, ma solo alcuni diventano più forti proprio nel punto in cui sono stati spezzati". E. Hemingway

Nel corso della propria esistenza è capitato a tutti di dover affrontare delle avversità. La Vita, infatti, non solo può regalare felicità e amore, ma mette ognuno di noi di fronte a malattie, lutti, sfide o traumi.

Vi siete mai chiesti, quali risorse vengono mobilitate di fronte a gravi traumi?

Cosa permette di fronteggiare sia le difficoltà quotidiane, sia le situazioni dolorose?

Davanti alle avversità, perdite o traumi che siano, dunque non tutti reagiamo allo stesso modo. Alcuni riescono ad attingere alle proprie risorse per affrontare l'avversità, altri si deprimono o evitano la situazione, altri ancora sviluppano un disagio esistenziale e/o relazionale.

In psicologia, la resilienza è una parola che indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità.

-Wikipedia-

Un'immagine in grado di illustrare in modo molto chiaro il concetto di resilienza è a mio avviso, quella proposta da Boris Cyrulnik neurologo e psichiatra francese, che la definisce come "l'arte di navigare sui torrenti delle difficoltà della vita"[1].

Quando il soggetto resiliente viene inghiottito dai gorghi di un torrente in piena, -metafora del trauma- e spinto incessantemente verso le rapide, per fronteggiare le insidie, attinge alle proprie risorse interne o trova un aiuto "una mano tesa", aggiunge Cyrulnik, che lo sostiene, che gli consente di non essere sopraffatto dalla corrente e di non annegare.

La metafora dell' "arte di navigare i torrenti", illustra molto chiaramente come lo sviluppo di risorse intrapsichiche interne, di personalità e di fattori ambientali sono elementi protettivi.

Ogni soggetto tuttavia, è unico e irripetibile e nella sua unicità e irripetibilità, sviluppa a secondo le proprie esperienze, diverse misure di resilienza e proprie modalità di fronteggiare un evento traumatico.

Quanto è importante la famiglia per promuovere lo sviluppo di tale risorsa nel bambino?

Il bambino che cresce ha innanzitutto bisogno della presenza di adulti responsabili che lo aiutino a imparare che i limiti e le frustrazioni che ne conseguono, oltre ad essere legati alla crescita e a qualunque forma di apprendimento, sono insiti alla vita stessa. È fondamentale che i caregiver che Cyrulnik definisce "tutori di resilienza" si pongano come solide figure di attaccamento.

Il bambino che ha instaurato una relazione significativa con una figura di attaccamento sicura, in grado di cogliere i segnali di eventuale disagio, capace di dare una risposta adeguata e sollecita, non solo imparerà a verbalizzare i propri vissuti, ma svilupperà una sicurezza interna. La narrazione di un evento ad un adulto significativo capace di ascolto, consente la rappresentazione della situazione, del suo significato e della sua collocazione all'interno della propria esistenza.

In che modo è possibile promuovere e/o rafforzare la resilienza nei bambini?

È importante:

-Aiutare il bambino a instaurare relazioni significative e una solida rete di rapporti amicali che gli daranno il supporto emotivo necessario.

-Creare un ambiente strutturato con delle regole chiare e coerenti: il bambino apprende l'autocontrollo da richieste chiare, regole e rinforzi coerenti.

-Favorire l'autonomia: il bambino deve essere lasciato libero di poter apprendere e di sperimentare le competenze già acquisite, in un ambiente protetto.

-Incrementare l'autostima valorizzando i sui successi e aiutandolo a scoprire i propri talenti e le proprie aspirazioni.

-Trasmettere messaggi di fiducia e di speranza nel cambiamento.

Esistono momenti in cui si è talmente investiti dagli eventi, al punto da non riuscire ad attingere alle proprie risorse o a promuoverle altre.

Il compito del terapeuta è di sostenere il soggetto aiutando superare il senso di impotenza e lo sconforto che sta attraversando, infondendogli fiducia nelle proprie capacità. Attraverso una buona alleanza terapeutica è possibile incoraggiare l'individuo ad affrontare le difficoltà in cui si trova, modificando le proprie concezioni rigide e trovando significati alternativi alla situazione dolorosa.

Bibliografia: [1] Boris Cyrulnik "Il dolore meraviglioso. Diventare adulti sereni superando i traumi dell'infanzia" ed. Frassinelli, Milano, 2000.

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